martedì, gennaio 16, 2007

I problemi altrui.

E' incredibile come ogni volta che sento parlare del Brasile mi commuovo.

E' mai possibile che a distanza di mesi della morte di Orivava soffro ancora cosi tanto?

E se mi dovessero morire i miei genitori, i miei fratelli o nipoti insomma le persone alle quali voglio un bene profondo che succede? Cadrò preda della disperazione?

Pensando a Orivava, con lui sono forse morti i motivi che mi spingevano ad andare nel lontano e bellissimo Brasile, forse sono morti i miei sogni, le mie fantasie, aspirazioni il mio desiderio di evadere dalla realtà quotidiana per me difficile.

Si per me è difficile la realtà di ogni giorno perchè faccio troppo miei i problemi, le ansie degli altri, sfogo tutto sullo stomaco e per questo sto male.
Ho provato ad essere più menefreghista, ma con scarsi risultati.

Mi sento male dentro, sto un pò giù e forse pensando ad Orivava in Brasile al fatto che più volte mi aveva invitato da lui, al suo matrimonio mai celebrato, era per me un modo di evadere dai problemi, di lasciare la mente vagare pensando ai bei momenti che avrei passato da lui, con lui e i nostri cari amici.

Forse sembrerò una persona egoista, ma non è così ad Orivava gli volevo molto bene, era un amico come pochi.

Spero che la sua allegria il suo modo spensierato di affrontare le ansietà della vita mi influenzino , anzi farò di essi il mio sprone a non caricarmi dei problemi dell'umanità intera, nel cercare con spensieratezza e allegria di godermi la vita già tanto triste e buia di questo sitema di cose marcio fino all'osso.

Ecco perchè molte volte non commento le notizie che appaiono su mass-media, mi fanno sentire ancora più male e la mia rabbia sale, sale tantissimo per poi trasformarsi in frustrazione.

Va bè, scusatemi tanto ma oggi è così.
Domani?
Chi lo sà?
Si vedrà.

Ciao Ciao
Donatore.

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