giovedì, agosto 24, 2006

AMORE

Quanto si è scritto, parlato, cantato sull'amore, tanto, tanto e tanto, eppure anche se si parla, si discorre su di esso il mondo fa schifo, si nota tutto intorno a noi la mancanza dell'amore, in ogni aspetto minimo della vita, basterebbe veramente poco, un piccolo gesto, una semplice parola per dimostrare questo amore.

Una massima recita: "non c'è amore più grande di questo: quello di cedere la propria vita a favore dei propri nemici", in un mondo dove non si ama proprio figlio, figuriamoci i nemici.

Un'utopia bella e buona.


Veramente basterebbe poco, molto poco...........

Comunque è bello concentrarsi sugli aspetti positivi della vita se no sarebbe veramente triste vivere.

Che bello vedere un tramonto, il cielo stellato, una mamma che allatta il suo pargoletto.

Peccatto che nolte volte le cose più semplici, apparentemente insignificanti, le diamo per scontate e non ci soffermiamo a vederele a meditare su di esse.

Che bello vedere un padre che gioca con i prorpi figli.....

Mi immagino un mondo dove tutti camminano con la testa rivolta verso l'alto, si per guardare il cielo, le nuvole, le stelle di sera, dove tutti hanno un bel sorriso sul volto e sono gentili dove tutti mostrano.............................................................................................................................................. AMORE!!!!

venerdì, agosto 18, 2006

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DA REPUBBLICA.IT

POLITICA

Gli effetti della nuova norma sulle eventuali condanne ai managerDa Fazio a Fiorani, da Consorte a Ricucci, ma anche Tanzi, Geronzi e Cragnotti
Così l'indulto salverà i "furbetti" Niente carcere per gli scandali finanziari
di ORIANA LISO e FERRUCCIO SANSA
Così l'indulto salverà i "furbetti" Niente carcere per gli scandali finanziari " src="http://www.repubblica.it/2006/08/sezioni/politica/indulto-4/indulto-salva-furbetti/stor_8706402_03350.jpg" width=200>
Da sinistra, Fiorani, Ricucci e GnuttiMILANO - L'indulto? Un affare d'oro, per chi di affari se ne intende. Finanzieri, banchieri, immobiliaristi. Indagati alcuni, imputati altri, per tutte le possibili combinazioni di reati economico-finanziari. Per semplicità: i "furbetti del quartierino". Fazio, Fiorani, Consorte, Ricucci. Ma anche Tanzi, Geronzi, Cragnotti. Per loro i tre anni di sconto di pena previsti dall'indulto hanno il sapore della certezza della libertà. Fatti due conti, la nuova legge aiuterà tutti loro, in caso di eventuale condanna, a fare pochi o nessun giorno di carcere perché l'indulto - che copre tutti i reati commessi entro il 2 maggio scorso - "abbuona" di fatto sei, e non tre, anni di carcere, grazie alla possibilità di accedere prima del tempo all'affidamento ai servizi sociali e, in generale, alle misure alternative. Basta sfogliare il Codice penale per rendersi conto che le eventuali condanne più alte - che potrebbero aggirarsi sui dieci anni - saranno comunque ridotte sensibilmente. Considerando quanti chiederanno il giudizio abbreviato (con lo sconto di un terzo della pena) e che alcuni di loro hanno problemi di salute e di età, il gioco è fatto. Da ultimo, non va dimenticato che molte di queste indagini arriveranno a processo per il rotto della cuffia, grazie alla legge ex Cirielli, che riduce i tempi di prescrizione. Eccessivo parlare di colpo di spugna, obiettano gli avvocati. Ma che gli effetti della nuova legge servano anche ai protagonisti di tutti gli ultimi scandali bancari è indubbio. In caso di condanna la mano al portafogli, per risarcire le parti civili, dovranno mettercela comunque, perché l'indulto su questo non ha effetti. Ma i tempi saranno lunghi e le vittime dovranno pazientare anni. Così, resteranno in piedi anche le pene accessorie, come l'interdizione dai pubblici uffici.
Gli esempi si sprecano, solo fermandosi ai nomi che hanno riempito le cronache giudiziarie recenti. L'ex governatore di Bankitalia Antonio Fazio è indagato a Milano per aggiotaggio (pena massima sei anni) e a Roma per abuso d'ufficio (da sei mesi a tre anni). Indagini ancora aperte e collegate, perché l'inchiesta è sempre quella sulla fallita scalata di Bpi all'Antonveneta. Se Fazio dovesse essere processato e condannato al massimo della pena, grazie all'indulto la vedrebbe ridotta a metà. Per i suoi legali sarebbe facile ottenere l'affidamento ai servizi sociali. Per Calisto Tanzi il discorso è di poco diverso. L'ex patron della Parmalat, per motivi di salute e di età, difficilmente finirebbe in carcere, nonostante le accuse pesantissime. Ma l'indulto potrebbe fargli "saltare" o ridurre anche gli arresti domiciliari. Non ha problemi di età, invece, Gianpiero Fiorani, l'ad disarcionato della Bpi. L'inchiesta milanese è vicina alla chiusura: Fiorani è iscritto nel registro degli indagati per associazione a delinquere, aggiotaggio e riciclaggio. Anche per lui un calcolo, per quanto approssimativo, dovrebbe tenere conto di sei mesi di custodia preventiva (tra carcere e domiciliari) già scontati, dei tre anni dell'indulto e dei tre in cui utilizzare il "bonus" delle misure alternative. Questo vuol dire che anche a Fiorani (come al suo braccio destro Gianfranco Boni) rimarrebbe poco o nulla da scontare in carcere, almeno per quanto riguarda quel filone (perché, ovviamente, l'indulto si applica una volta sola, e non per ogni condanna). Forse, alla fine, chi rischia di più è Sergio Cragnotti, ex patron della Cirio. Lo scandalo dei bond argentini ha coinvolto migliaia di risparmiatori e fatto da apripista tra le indagini economico-finanziarie degli ultimi anni. Per il finanziere si è già aperta l'udienza preliminare per il crac Cirio, a Roma: la bancarotta fraudolenta - che è solo uno dei reati contestati - prevede condanne fino a dieci anni. Ma anche per lui, lo sconto dei tre anni per l'indulto, una volta arrivati in appello, potrebbe automaticamente far scendere la sua pena fino ai fatidici tre anni. Oltre i quali resta solo l'affidamento ai servizi sociali. Che di fatto vuol dire la libertà.

CHE SCHIFO!!!!!!

martedì, agosto 15, 2006

ILLUSIONE!!!!!!!!!

Che dire...... sembra che l'Onu è riuscita a trovare una soluzione alla guerra in Libano, che bravi!!!!!!! Veramente l'Onu è riuscita ad evitare una guerra che ha mietuto miglialia di vittime innocenti, bambini, donne e persone anziane...... veramente bravi!!!!!!!!!!!!

Adesso a chi daranno la possibilità di ricostruire il paese? A quali aziende daranno la possibilità di fare del"bene", costruendo infrastutture, ospedali scuole etc etc. che già esitevano?

Ma certo la risposta è logica alla benefattrice AMERICA( e ai suoi stati satelliti, italia inclusa) andranno tutti gli appalti e ricostruiranno il paese che loro e i loro amici hanno distrutto, poi venitemi a dire che l'America nonè uno stato imperialista!!!!!

Ma dai che vergogna e che tristezza!!!!!!!!!!

martedì, agosto 01, 2006

ASSASSINI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

da il manifesto del 26 Luglio 2006

Armi proibite, come a Falluja

Fosforo bianco Munizioni termobariche sulle città libanesi. Decine di civili carbonizzati, tanti i bambini
Denuncia di un medico in un incontro-stampa organizzato dal vescovo di Tripoli. Istruzioni scritte della censura militare ai media sul campo: non rivelate nulla sulle «munizioni uniche»

Manlio Dinucci

Sembra una piccola mummia egizia. Non risale però a migliaia di anni fa, ma a pochi giorni fa. E' una bambina libanese: il corpo intatto, ma interamente nero, come mummificato. E' una delle foto che documentano che le forze israeliane stanno usando in Libano bombe al fosforo bianco e probabilmente altre armi chimiche anche di nuovo tipo. Immagini che ricordano quelle di Falluja, quelle della «strage nascosta» documentata da RaiNews24 nel novembre 2005. Siamo di fronte a un'altra strage nascosta, questa volta in Libano.

Lo testimonia il prof. Bachir Cham, un medico di origine libanese che dirige un ospedale in Libano affiancato da altri medici belgi. In una conferenza stampa organizzata a Bruxelles dalla segreteria dell'arcivescovo di Tripoli Mons. Jean Abboud, il prof. Cham ha dichiarato (via telefono mobile) che sono stati portati al suo ospedale e fotografati otto corpi «dall'aspetto di mummie», tra cui quelli di due bambini. Sui corpi «non vi sono segni di ferite provocate da esplosione: ho l'impressione che un prodotto tossico sia penetrato nei corpi attraverso la pelle, provocando la morte».

Che le forze israeliane abbiano proiettili di artiglieria al fosforo bianco lo ha documentato il giornale israeliano Haaretz il 10 novembre 2005 (subito dopo il documentario di RaiNews24 su Falluja), in un articolo intitolato «Le forze di difesa israeliane usano proiettili al fosforo nelle esercitazioni, contro la legge internazionale». Il fatto è venuto alla luce perché, il 17 agosto 2005, un giovane beduino era stato ucciso e altri tre gravemente feriti dalla detonazione di un proiettile al fosforo inesploso, trovato sulle colline di Hebron. Non potendo negare l'episodio, il portavoce delle forze armate israeliane lo definì «uno sfortunato incidente», aggiungendo che «i proiettili al fosforo vengono usati unicamente nelle esercitazioni per illuminare gli obiettivi».

La stessa spiegazione che proprio in quei giorni forniva il Pentagono, assicurando che «a Falluja le forze Usa hanno impiegato proiettili al fosforo solo a scopi di illuminazione». Subito dopo, però, l'Usinfo (il programma governativo di informazione internazionale) doveva prendere atto del rapporto pubblicato dalla rivista dell'esercito Usa Field Artillery (riportato dal manifesto il 12-11-2005) e ammettere, smentendosi, che le forze Usa avevano impiegato proiettili al fosforo in operazioni «scuoti e cuoci» condotte contro gli insorti di Falluja. Il fosforo bianco è un'arma proibita dal Protocollo sulle armi incendiarie (1980): esso vieta l'uso di tali armi contro obiettivi militari situati in zone in cui sono concentrati civili. Solo che Israele, come gli Stati uniti, non lo hanno sottoscritto negandone la validità.

Vi sono ormai le prove, anche fotografiche, che le forze israeliane usano proiettili al fosforo in Libano e a Gaza. Vi sono inoltre seri indizi sull'uso di altre armi chimiche, anche di nuovo tipo. Lo confermano le istruzioni inviate il 23 luglio agli organi di stampa dal colonnello Sima Vaknin-Gil, capo censore militare israeliano. Nel documento (di cui abbiamo avuto indirettamente copia) si proibisce ai giornalisti che seguono le operazioni terrestri in Libano di fornire informazioni sull'«uso di tipi unici di munizioni e armamenti».

Nonostante la proibizione, è stata diffusa la foto di uno speciale proiettile usato in Libano. Secondo gli esperti, può contenere o fosforo bianco o altre sostanze chimiche usate per le munizioni termobariche: esplodendo all'interno di edifici e rifugi, esse creano il «vuoto», ossia risucchiano l'aria dall'ambiente e dai polmoni di chi si trova al loro interno. Altri tipi di proiettili aria-combustibile, giunti in prossimità del suolo, spargono una nube di aerosol chimico che, fatta detonare da una spoletta, crea un'onda d'urto e una tempesta di fuoco tali da uccidere chiunque nel raggio di centinaia di metri. E, poiché il capo censore militare proibisce di dare informazioni sui «tipi unici di munizioni e armamenti», è praticamente certo che in Libano vengono usate anche armi segrete di nuovo tipo. Vengono così testate nelle condizioni reali di una guerra per essere perfezionate.

L'Italia non è estranea a tutto questo. La maggior parte di queste armi è fornita a Israele dagli Stati uniti e molte passano da Camp Darby e altre basi Usa nel nostro paese. Per di più la Legge 17 maggio 2005 n. 94, che istituzionalizza la cooperazione tra i ministeri della difesa e le forze armate di Italia e Israele, prevede la «cooperazione nella ricerca, nello sviluppo e nella produzione» di tecnologie militari tramite «lo scambio di dati tecnici, informazioni e hardware» e incoraggia «le rispettive industrie nella ricerca di progetti e materiali» di interesse comune. Tutto sotto la cappa del segreto militare. Non è quindi escluso che qualche arma di «tipo unico», sperimentata dalle forze israeliane nel «poligono» libanese, incorpori già tecnologia italiana.


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