lunedì, maggio 12, 2008

VOGLIONO METTERCI IL BAVAGLIO

Da repubblica.it:
INTERVISTA. Marco Travaglio al Salone di Torino. Per lui qualche fischio"Il cronista dell'Ansa lodato da Napolitano ha detto le stesse cose"

"Attacchi, ma non dicono se mento. E questo Pd non fa opposizione"
di MASSIMO NOVELLI

"Attacchi, ma non dicono se mento.E questo Pd non fa opposizione"' Marco Travaglio

TORINO - Quando esce dalla sala dei 500 del Lingotto, alla Fiera del Libro, dove ha ripetuto le sue affermazioni su Renato Schifani, parte qualche fischio dalla folla che aspetta di partecipare a un incontro con Magdi Cristiano Allam. Protesta perché Marco Travaglio non ha rispettato i tempi fissati per il suo dibattito. È vero, Travaglio? "Non me ne sono nemmeno accorto. D'altra parte il nostro incontro è cominciato con un po' di ritardo, così abbiamo recuperato qualche minuto. Tutto qui".
Si aspettava le dure reazioni del mondo politico contro il suo intervento sul presidente del Senato, durante il programma televisivo "Che tempo che fa"? "Mi limito a notare una cosa: nessuno dice che quanto ho affermato sia falso. Non soltanto è vero, ma è notorio che il presidente Schifani abbia intrattenuto fino agli anni Novanta dei rapporti con Nino Mandalà, il futuro boss di Villabate - comune sciolto due volte per collusioni mafiose - poi condannato in primo grado a otto anni per mafia.
Negli Anni Ottanta Schifani, insieme a Enrico La Loggia, altro esponente forzista, era socio di Mandalà nella società di brokeraggio assicurativo Siculabrokers.
Sono vicende che molti politici siciliani conoscono bene". Si sostiene che lei abbia lanciato le sue accuse senza che Schifani fosse presente per replicare.
Mancava il contraddittorio, insomma. Che cosa risponde? "Ho risposto a una domanda di Fabio Fazio su chi stabilisce la gerarchia delle notizie nei giornali. Ho risposto: i politici. In ogni caso ciò che ho detto su Schifani è stato scritto sia da me sia da Peter Gomez nel libro Se li conosci li eviti e, soprattutto, circa un anno fa, in maniera più particolareggiata, lo ha scritto Lirio Abbate, il cronista dell'Ansa celebrato per il suo coraggio e per il suo impegno antimafia dal capo dello Stato Giorgio Napolitano, e che ora vive sotto scorta. Non risulta, però, che qualcuno lo abbia querelato. Quindi delle due l'una: o Abbate è un bugiardo, e perciò si abbia il coraggio di dirlo, oppure ha ragione. Insomma, ci sono dei fatti che si possono citare nei libri ma non in televisione. Allora dico che in tv non si può dire la verità. La televisione è in mano ai politici, alla casta".

Salvo poche eccezioni, a cominciare da Antonio Di Pietro, dall'opposizione di centrosinistra non sono arrivati attestati di solidarietà nei suoi confronti? Come lo spiega? "Non mi meraviglia. Mi sarei preoccupato del contrario, dato che oggi l'opposizione in Italia non si oppone. Se esistesse l'opposizione, mi avrebbe dato solidarietà".

La situazione è grave. La casta vuole proibire a Travaglio e a persone come lui di parlare liberamente in TV.

Spero vivamente che non si prendano provvedimenti censori, come fu per Enzo Biagi, Santoro e Luttazzi.

E' significativo che Rialzino non si esprima al riguardo, avrà certamente addestrato i suoi servi nel muoversi per mettere a tacere chiunque parli contro di lui e i suoi accoliti.
E' REGIME!!!
Scalfari la definisce la "dittatura dolce" ma di dolce in una dittatura non c'è niente!
Cosa riserva il futuro per noi?
L'abbrutimento, il becerimento della Tv con programmi insulsi simili ad "Amici", "Uomini e Donne", "Grande Fratello", "L'isola dei famosi" e chi più ne ha più ne metta.
Che tristezza! Ma solamente così si può mettere a tacere la coscienza degli italiani: rincretinendoli con trasmissioni da semi-deficienti.
Meno male che esiste la rete ancora (per adesso) liberamente accessibile a tutti noi!

Evviva l'Italia!

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